Chieti  la provincia con il dato peggiore, Pescara la migliore d’Italia.

 Nel 2012, in Abruzzo, gli occupati con età inferiore ai 35 anni sono stati 136mila, di cui il 20,1% ha fino a 24 anni, mentre il restante 79,9% appartiene alla classe di età 25-34 anni.

E’ la fotografia dei giovani abruzzesi scattata dal Centro Studi di Confartigianato: sin da quando è iniziata la crisi, fa sapere il centro di ricerca, tra il 2008, anno di picco dell’occupazione nazionale, e il 2012, la flessione media degli occupati under 35 in Abruzzo è stata del -13,7% un trend che, seppur preoccupante, è tra i meno negativi in Italia insieme alla provincia Autonoma di Bolzano (-4,1%)  mentre i dati più allarmanti  hanno riguardato la Sardegna (-25,6%), il Friuli-Venezia Giulia (-24,0%), il Molise (-23,1%).

Una situazione, quella degli occupati under 35, che nel corso dell’ultimo anno in Abruzzo ha rilevato  una tendenza opposta rispetto alla media nazionale:  gli occupati al di sotto dei 35 anni in Italia sono scesi, in media annua, del -4,4%, pari ad una diminuzione di 270mila unità.

A fronte della situazione nazionale, la nostra regione ha registrato invece una variazione positiva pari al +1,5%, l’unico territorio insieme alla Campania (+0,2%) con un incremento positivo rispetto alle altre regioni.

Spicca Pescara, prima a livello nazionale,  dove si è registrato l’incremento maggiore del tasso di occupazione under 35 (+3,5%), a seguire L’Aquila (+ 2,6%) e  Teramo (+1%). Fanalino di coda tra le province abruzzesi  è Chieti (-1,2%) l’unica provincia con un saldo negativo in cui gli under 35 sono stati colpiti direttamente con un vero e proprio crollo dei giovani che possono contare su un posto di lavoro.

“Dal rapporto – afferma Daniele Giangiulli, direttore di Confartigianato Abruzzo – emerge anche che, oltre alle difficoltà legate alla dinamica degli occupati, un’ accentuata criticità del mercato del lavoro giovanile è data da oltre 2.154.600 di giovani tra i 15 e 29 anni che non lavorano e non studiano (gruppo indicato con l’acronimo Neet: Not in education, employment or training): si tratta del 22,7% della popolazione giovanile tra il 15 e  29%  a livello nazionale.

Questo fenomeno mostra una diversificata accentuazione territoriale registrando una percentuale maggiore nelle regioni del Mezzogiorno quali Sicilia, Campania e Calabria, dove un giovane su 3 non cerca più un posto di lavoro.

Per ciò che concerne l’Abruzzo possiamo segnalarla al 16° posto della classifica  nazionale con una percentuale del fenomeno Neet (tra i 15 e 29 anni) di 17,6 punti percentuali.

Altro fenomeno da evidenziare – conclude Giangiulli – è la permanenza dei giovani tra i 18 e i 34 anni non sposati nel nucleo familiare nonostante siano occupati. I giovani in questa condizione in Abruzzo sono 61mila  pari al 34,8% del totale e al 23,7% del totale dei giovani di questa fascia di età. Bisogna tenere alta la guardia su questi problemi.

La Regione Abruzzo ha registrato risultati soddisfacenti perché in questi ultimi anni ha adottato delle politiche mirate sul lavoro e sull’occupazione, che hanno dato i loro frutti: mi riferisco ai bandi pubblicati dall’Assessorato al Lavoro, guidato da Paolo Gatti, che sono stati di grande supporto alle imprese abruzzesi”.

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