Negli ultimi due anni sul fronte dei prezzi al consumo l’economia italiana ha registrato condizioni vicine alla deflazione.

Le tariffe dei servizi pubblici locali hanno presentato una maggiore vischiosità: tra giugno 2013 e giugno 2015, mentre l’indice dei prezzi è rimasto sostanzialmente stabile (+0,5% cumulato nel periodo), i prezzi dei servizi a regolamentazione locale – che includono raccolta rifiuti solidi, trasporti pubblici, parcheggi, l’istruzione secondaria, le mense scolastiche, il nido d’infanzia comunale e i certificati anagrafici- sono cresciuti del 6,2%.

In un triennio i prezzi al consumo sono saliti dell’1,7% mentre le tariffe di riferimento dei servizi locali sono salite del 9,9%; il fenomeno della divergenza tra tariffe locali e inflazione appare in attenuazione negli ultimi dodici mesi, ma nel più lungo periodo la dinamica tariffaria ha ha messo sotto pressione i bilanci di famiglie e imprese.

Sul fronte della gestione dei servizi pubblici locali ha assunto una grande e crescente rilevanza l’ormai ipertrofico sistema della partecipate locali.

L’analisi degli ultimi dati resi disponibili dalla Corte dei conti sugli Organismi partecipati degli enti territoriali – basati sulla rilevazione del 19 giugno 2015 della banca dati SIQUEL – evidenzia a livello medio nazionale una netta prevalenza dell’apporto degli organismi in utile, anche per quanto riguarda quelli interamente pubblici, ma con forti differenziazioni territoriali.

L’esame dei bilanci dei 1.782 organismi a completa partecipazione pubblica evidenzia che in otto regioni le perdite d’esercizio risultano superiori agli utili d’esercizio, al netto delle imposte: nell’ordine si tratta del Lazio con una differenza di -27,5 milioni di euro data da utili per 4,4 milioni di e perdite per 32,0 milioni, seguita da Umbria con una differenza di -26,3 milioni data da utili per 6,4 milioni e perdite per 32,8 milioni, Campania con una differenza di -19,7 milioni data da utili per 4,6 milioni e perdite per 24,4 milioni, Piemonte con una differenza di -9,3 milioni data da utili per 18,4 milioni e perdite per 27,6 milioni, Calabriacon una differenza di -6,7 milioni data da utili per 0,8 milioni e perdite per 7,5 milioni, Abruzzo con una differenza di -5,2 milioni data da utili per 1,8 milioni e perdite per 7,0 milioni, Molise con una differenza di -2,7 milioni data da utili per 0,3 milioni e perdite per 3,0 milioni e infine la Sicilia con una differenza di -2,4 milioni data da utili per 11,5 milioni e perdite per 13,9 milioni.

In queste otto regioni dove le perdite superano gli utili, gli organismi a totale partecipazione pubblica mostrano unaincidenza del costo del personale sul costo della produzione del 37,2%, di 13,5 punti superiore al 23,8% registrato nelle 13 regioni dove, al contrario, gli utili superano le perdite.

Queste ulteriori evidenze sul sistema delle partecipate locali evidenziano la necessità – nell’ambito delle politiche dispending review – di “interventi legislativi mirati a un’ulteriore razionalizzazione e miglioramento dell’efficienza delle aziende partecipate” come indicato nel Documento di Economia e Finanza 2015 varato dal Governo lo scorso aprile