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«Aspettiamo che il presidente della Regione firmi il decreto che regoli definitivamente la situazione degli stalli in aeroporto»: questo è l’unico punto su cui i tassisti di Chieti e i loro colleghi di Pescara sono d’accordo, ovviamente con finalità diverse, nella ormai annosa «guerra dei taxi» che si «combatte» per la possibilità di occupare gli stalli dedicati nel piazzale antistante il terminal degli arrivi all’aeroporto d’Abruzzo.

Ieri pomeriggio, sotto gli occhi vigili degli uomini della Polizia, i due gruppi si sono fronteggiati gli uni (i teatini) a colpi di slogan e striscioni e gli altri (i pescaresi) brandendo documenti, ordinanze e verbali che testimonierebbero il loro diritto ad avere l’esclusiva (con San Giovanni Teatino, che però non ha concesso mai alcuna licenza taxi) del servizio di piazza al «Liberi».

Una vera «guerra tra poveri» (espressione usata dagli stessi tassisti), in considerazione del fatto che in tre ore – tanto è durata la protesta dei teatini – non un solo cliente si è avvicinato per chiedere di essere trasportato: «Quando eravamo di meno – ci ha confidato Roberto Negro, tassista pescarese, vicepresidente regionale Uritaxi – eravamo più buoni e collaborativi: se c’era necessità, chiamavamo i colleghi per darci una mano; ora però siamo aumentati di numero e il lavoro è drasticamente sceso e questa è la conseguenza: quel che temiamo è che il diritto sull’aeroporto sia una battaglia che possa costituire il cavallo di Troia per sbarcare in massa a Pescara».

I teatini sono categorici: «In questo periodo di crisi – si legge in uno dei cartelli – Chieti vuole essere valore aggiunto per la Regione», «Assessore Morra, basta chiacchiere, ora i fatti».

«Quel che chiediamo – ha spiegato il tassista teatino Luigi Colalongo, segretario regionale dell’Assotaxi Confartigianato – è che venga rispettata la legge, che prescrive che tutti i tassisti dei capoluoghi di provincia possano fare servizio di piazza in aeroporto e visto che un accordo non si è trovato, chiediamo che, come è scritto nella norma, sia il presidente della Regione a regolare la materia, tanto più che la commissione regionale formata ad hoc ha già rimesso da oltre un anno il suo parere, che prevede 9 stalli per Pescara, 3 per Chieti ed uno a testa per L’Aquila, Teramo e San Giovanni Teatino».

«Solo in Abruzzo – risponde Antonio Abagnale, segretario regionale dell’Uritaxi – si pretende che i tassisti che hanno licenze fuori dal territorio dell’aeroporto possano operarvi. Dappertutto, fuorché in Lombardia dove c’è stato un accordo generale, i tassisti che operano su un aeroporto sono quelli della o delle città su cui insiste lo scalo. I teatini non hanno diritti, anzi ne usurpano uno tutto nostro, visto che hanno un radiotaxi con il prefisso 085 che nessun Comune ha mai autorizzato, come si evince da una pila di documenti ufficiali».

Posizioni inconciliabili che probabilmente non potranno essere sanate neppure con un pronunciamento della Regione: qualsiasi sia la decisione che si andrà a prendere (e con la campagna elettorale alle porte, difficilmente si metterà mano a questo scottante dossier, come temono i teatini, che vedono nel mantenimento dello status quo l’unico obiettivo dei pescaresi.